CHIARA VARTULI
L’oracolo di Delfi ha finalmente un volto. Claudio
Canzanella, professore di lettere del liceo Gian Battista Vico ,con il prezioso
aiuto di Pulcinella (prestatosi a Cicerone), si è cimentato in una folle, ma
spassosa impresa: svelare i segreti della vita.
Se siete stanchi dei soliti libri, ma soprattutto, se siete
tormentati da laceranti dubbi, se vi ponete continuamente domande alle quali
credete nessuno sia in grado di rispondere, continuate a leggere queste poche
righe, probabilmente troverete una
risposta a tutti i vostri perché.
“il segreto di Pulcinella” è un libro diverso dai soliti che
potrebbero capitarvi sotto mano, è un libro progettato secondo un meccanismo
diabolico,da una mente sana, si intende.
Al di la della succulenta novella presente all'inizio, il
libro è un distillato di saggezza
popolare, che può essere definito una
metafora della vita stessa, è un gioco intellettuale che pone le fondamenta
sull’ organizzazione di “numeri simpatici”, che danzano tra di loro.
Claudio Canzanella, in un momento da egli stesso definito
“di pura follia”, ha raccolto circa millecinquecento proverbi napoletani (da millecinquecento si è poi
passati a mille) che potessero dar risposta alle domande riguardanti i tre
campi che solitamente ci tormentano di più: denaro, lavoro e amore, e non
essendo stata decifrata la chiave matematica del gioco, il professore è stato
costretto a procedere in maniera
empirica.
Il gioco presuppone un interrogante che chieda a Pulcinella
un responso. E’ necessario non indisporre la vulnerabile “maschera”, alla quale occorre rivolgere domande chiare, brevi
e sintetiche per evitare che l’interrogato possa “sfasterearsi” e dunque
rifiutarsi di rilasciare l’attesa risposta,
e soprattutto, occorre porre domande serie per evitare che si riceva una
risposta non accostante alla domanda.
Pulcinella è il simbolo dell’ebbrezza, della carnalità
napoletana, chi dunque meglio di lui potrebbe metterci in guardia svelandoci
eventuali pericoli, o perché no, inaspettate sorprese?
Questa “fatica letteraria” è costata al professore ben due
anni di lavoro, insomma, più di un saggio.
Il libro si ispira ad un gioco simile a questo, per il resto
non posso dire altro, vi sfido a leggere il regolamento,posso solo assicurarvi
però, che il libro è davvero “figlio della follia”.
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