venerdì 20 dicembre 2013

Esiste il razzismo tra i numeri?

                                                                                                                        CHIARA VARTULI

Il quattro è il numero naturale che viene dopo il tre e prima del cinque, è il quadrato di due, è un numero potente, pratico,idoneo, per chi non lo sapesse è un numero di Smith, di Ulam, un numero di Harshad completo, strettamente non palindromo; ma se è dotato di tutte queste proprietà matematiche, allora perché conduce una vita da “emarginato sociale”?


Dante divise la Divina Commedia in tre cantiche, non in quattro, la scrisse in terzine incatenate, non certo in quartine e soprattutto, pensandoci bene, nella numerologia Dantesca il numero quattro non è un numero determinante, anche le selve erano tre.
Anche di Pauli con la sua legge di esclusione afferma che in un dato atomo non possono coesistere due elettroni con QUATTRO numeri quantici uguali.
Solitamente si prende con estrema leggerezza questa forte discriminazione, credendo che questo sia un problema legato solo al passato, ma posso dimostrarvi il contrario.
Sapete dirmi quanti erano i protagonisti de” i TRE porcellini”? o magari, sapete dirmi perché si dica”conta sempre prima fino a dieci prima di parlare”? o ancora, chi mi spiega il detto” chi fa da sè, fa per tre”?
Tre sono i moschettieri, trentatré i trentini che entrarono a Trento, trentadue sono i denti, e ancora, trecentosessantacinque sono i giorni che compongono un anno e dodici sono i mesi.
Nessuno parla mai del numero quattro che viene escluso anche dai passi di danza, infatti::un due tre, cinque, sei, sette.

Insomma, un numero praticamente assente. Non so voi, ma io pretendo risposte.

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