KRISTINA DROPKA
Ormai sono passati ben 50 anni dal 22 novembre 1963, il
giorno in cui John Fitzgerald Kennedy, il 35° presidente degli Stati Uniti
d’America, fu assassinato a Dallas, in
Texas durante una visita ufficiale. Alle ore 12.30 il corteo del presidente
accompagnato dalla sua guardia giurata entra nella Dealey Plaza attraverso
l’incrocio tra la Elm e Houston Street e
a questo punto si sentono tre spari o forse sei, secondo alcune testimonianze .
Kennedy viene colpito gravemente alla testa e muore poco dopo al Parkland
Memorial Hospital. Il suo corpo viene chiuso in una bara e riportato a casa,
nonostante il diritto del medico legale a fare l’autopsia sul posto. In
seguito, un poliziotto di nome J.D Tippit arresta nel Texas Theatre un certo
Lee Harvey Oswald – il presunto assassino. Sembra che quest’uomo abbia sparato
dalla finestra di un deposito di libri della Texas School di Dallas con un’arma
da fuoco chiamata Moschetto Carcano, meglio conosciuta
come la 38’. Egli viene
subito portato in commissariato e interrogato, ma nega ogni accusa e si
proclama innocente. Dopo due giorni Jack Ruby, il proprietario di un night-club
lo uccide nella stazione di polizia apponendo l’ “amor di patria” come
giustifica del suo atto. Dunque il colpevole muore prima dell’inizio delle
indagini e insieme a lui vengono eliminati anche i testimoni. A distanza di cinque
anni dall’accaduto il nuovo presidente Lyndon B. Johnson organizza una
commissione guidata dal giudice Earl Warren
per fare luce sui fatti di questo tragico evento, ma purtroppo ancora
oggi la morte di JFK resta per tutti un mistero. Sono molti i particolari sconvolgenti
che mettono in dubbio la versione definitiva degli investigatori: per esempio
il cervello del presidente fu asportato dai medici e poi definitivamente perso;
il proiettile che attraversò il suo corpo rimase in perfette condizioni;
l’omicida era un cittadino con doppia nazionalità –americana e sovietica. E’
molto probabile che l’omicidio di Kennedy sia stato frutto di un complotto di
cui fanno parte la mafia, la CIA e l’FBI. Il motivo consiste sopratutto nella
sua politica rivoluzionaria che è stata capace di cambiare il volto degli Stati
Uniti.
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