martedì 26 novembre 2013

JFK 50 anni dopo



                                                                                   KRISTINA DROPKA

Ormai sono passati ben 50 anni dal 22 novembre 1963, il giorno in cui John Fitzgerald Kennedy, il 35° presidente degli Stati Uniti d’America,  fu assassinato a Dallas, in Texas durante una visita ufficiale. Alle ore 12.30 il corteo del presidente accompagnato dalla sua guardia giurata entra nella Dealey Plaza attraverso l’incrocio tra la Elm e Houston Street  e a questo punto si sentono tre spari o forse sei, secondo alcune testimonianze . Kennedy viene colpito gravemente alla testa e muore poco dopo al Parkland Memorial Hospital. Il suo corpo viene chiuso in una bara e riportato a casa, nonostante il diritto del medico legale a fare l’autopsia sul posto. In seguito, un poliziotto di nome J.D Tippit arresta nel Texas Theatre un certo Lee Harvey Oswald – il presunto assassino. Sembra che quest’uomo abbia sparato dalla finestra di un deposito di libri della Texas School di Dallas con un’arma da fuoco chiamata Moschetto Carcano, meglio conosciuta
come la 38’. Egli viene subito portato in commissariato e interrogato, ma nega ogni accusa e si proclama innocente. Dopo due giorni Jack Ruby, il proprietario di un night-club lo uccide nella stazione di polizia apponendo l’ “amor di patria” come giustifica del suo atto. Dunque il colpevole muore prima dell’inizio delle indagini e insieme a lui vengono eliminati anche i testimoni. A distanza di cinque anni dall’accaduto il nuovo presidente Lyndon B. Johnson organizza una commissione guidata dal giudice Earl Warren  per fare luce sui fatti di questo tragico evento, ma purtroppo ancora oggi la morte di JFK resta per tutti un mistero. Sono molti i particolari sconvolgenti che mettono in dubbio la versione definitiva degli investigatori: per esempio il cervello del presidente fu asportato dai medici e poi definitivamente perso; il proiettile che attraversò il suo corpo rimase in perfette condizioni; l’omicida era un cittadino con doppia nazionalità –americana e sovietica. E’ molto probabile che l’omicidio di Kennedy sia stato frutto di un complotto di cui fanno parte la mafia, la CIA e l’FBI. Il motivo consiste sopratutto nella sua politica rivoluzionaria che è stata capace di cambiare il volto degli Stati Uniti.

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