martedì 19 novembre 2013

Un altro volto della prostituzione

                                                                   di Vittoria Angelini



In una società in cui <<vali quanto possiedi>> è l’equivalenza meglio radicata nelle coscienze di tutti gli adolescenti, non è difficile sentir parlare di ragazzine che decidono di vendere il proprio corpo pur di potersi permettere un paio di lussi in più.
L’abusato aforisma <<i soldi non fanno la felicità>> è considerato ormai da tutti poco più che un’utopia.
La causa che spinge le giovanissime a prostituirsi però non è da imputare solo al ruolo classificatore che ha assunto il denaro nella nostra società, infatti, la solitudine e il disperato bisogno di attirare l’attenzione di famiglie, consapevolmente o meno, poco presenti, giocano sicuramente un ruolo importante in queste tristi vicende.
L’ultima, diventata da un po’ di tempo a questa parte l’argomento centrale di mote trasmissioni fuori fascia protetta, mostra proprio questo volto della prostituzione, di cui fino ad ora si era poco parlato.
Lo scenario e i personaggi sono diversi da quelli usualmente legati a questo fenomeno; stavolta, a fare da sfondo all’accaduto non sono le strade o i marciapiedi calcati da donne in tacchi a spillo, bensì il quartiere più in di Roma, quello notoriamente abitato dall’elite della società borghese. 
Era proprio ai Parioli che due ragazze, ancora studentesse liceali, si recavano dai loro clienti per ricevere in cambio non solo denaro, ma talvolta anche cocaina.
Se oltre al “protettore”, lo “spacciatore” e ad uomini adulti e benestanti disposti, pur di restare lontano da occhi indiscreti, a consumare l’atto sessuale tra le mura di una casa, aggiungiamo al calderone la madre consenziente di una delle due baby squillo, la storia, se possibile, diventa ancora più sconcertante.
<<Sfruttamento>>  è la parola chiave che lega quello delle due ragazzine romane a molti altri casi del genere.
 Non ha causato meno scalpore infatti, l’accusa e il successivo arresto per pedofilia di Gabriele Paolini.
Quest’ultimo, dopo aver dichiarato di aver subito in giovane età molestie sessuali da parte di un prete, si era più volte schierato contro ogni forma di violenza sui minori, prima di essere trovato in possesso di materiale pedopornografico. Il “disturbatore” oltre a pagare minori per avere rapporti sessuali con lui, aveva anche l’abitudine di filmarli.
Queste due vicende sono solo la punta dell’iceberg di un fenomeno in pericolosa crescita nel nostro Paese, che mette in scena protagonisti mossi da moventi differenti, provenienti indistintamente da tutte le classi sociali, senza eccezioni di sesso o nazionalità.
 Uno scenario questo, che permetterebbe ampie riflessioni sulla rinomata crisi dei valori dei nostri tempi.

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